Chen Li: Antologia poetica 1976-2015
& Microcosmi: Haiku moderni
Traduzione dal cinese
di Rosa Lombardi
Chen Li (Taiwan, 1954) è una delle
voci più intense e originali della poesia contemporanea in lingua cinese.
Scrittore e traduttore prolifico, ha pubblicato oltre a numerosi volumi di prose
e saggi, quindici
accolte di poesia, e traduzioni di poeti tra cui Bashō, Neruda, Borges,
Vallejo, Paz, Plath, Heaney,
Larkin e Szymborska. Ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui il National
Award for
Literature and Arts, il China Times Literary Award e il Taiwan Literature Award.
La scrittura di Chen Li ha attraversato negli anni una continua evoluzione,
dalle prime liriche giovanili
allo haiku, alla poesia concreta e sonora. Nei suoi componimenti, echi della
tradizione si combinano
con influssi della poesia occidentale, giapponese e locale. In questa raccolta
Chen Li ci invita ad
esplorare ogni aspetto della vita, l’amore, gli affetti, la realtà dell’isola,
la memoria storica, il linguaggio.
La poesia rappresenta un microcosmo in continuo divenire che tutto abbraccia,
sentimenti, passioni, visioni, sogni,
passato, presente, e permea ogni
aspetto dell’esistenza, lirico e prosaico, nobile e plebeo, serio e faceto.
Rosa Lombardi è docente di lingua e letteratura cinese all’Università Roma Tre. Si occupa di l
etteratura cinese moderna e contemporanea e di letteratura contemporanea taiwanese.
Ha tradotto e curato antologie di poeti cinesi continentali (Bei Dao, Jidi Majia, Han Dong) e
taiwanesi (Xi Murong, Yang Mu e Chen Li) e tradotto romanzi e racconti di Mo Yan, Wang Shuo, Su Tong e
Hong Ying. Sulla produzione artistica taiwanese ha curato per Orientalia il volume Voci da Taiwan (2022).
Poesia di Chen Li
Passi sulla neve In una città in allarme per i continui terremoti
Febbraio Dittatura Cipolle verdi Il muro Primavera Fiume d’ombre
Ai margini dell’isola Lezione di ventriloquia Musica d’arredamento
Sinfonia di guerra Breve viaggio su una macchina veloce
Note di un appassionato di farfallens La lingua Città lenta Hualien
*
Da Microcosmi I Da Microcosmi II
I Microcosmi di Chen Li e lo haiku cinese moderno → PDF
雪上足印
È freddo, bisogno di dormire
un sonno
profondo, bisogno
del morbido dei cigni
dove la neve è soffice resta una riga di parole illeggibili
in un bianco, bianco
inchiostro
illeggibili
per il suo umore, e il freddo
sulla neve bianca blanche1976
Note : Anche questa lirica porta il titolo di una composizione dai Préludes di Debussy (Libro I, n. 6).
In una città in allarme per i continui terremoti
In una città in allarme per i continui terremoti, ho sentito
mille sciacalli dal cuore malvagio dire ai figli
“Mamma, ho sbagliato.”
Ho sentito giudici piangere
preti pentirsi, ho sentito
manette volare dai giornali, lavagne cadere in pozzi di
letame, ho sentito
uomini di lettere posare le zappe, contadini togliersi gli
occhiali
grassi uomini d’affari levarsi le vesti di crema e unguenti
In una città in allarme per i continui terremoti
ho visto ruffiane in ginocchio restituire alle figlie le vagine
1978
Gli spari al tramonto dileguano tra stormi di uccelli
scarpe di padri scomparsi
scarpe di figli scomparsi
al mattino nelle ciotole di riso suono di passi che tornano
a sera nei catini d’acqua suono di passi che tornano
scomparsi i capelli neri delle madri
scomparsi i capelli neri delle figlie
in rivolta contro gli stranieri sotto il regime straniero
violentati nell’abbraccio della patria
erba di miscanto. Cardi. Praterie. Grida
calendari d’autunno scomparsi
calendari di primavera scomparsi
1988
Note : La poesia ricorda una delle date più tragiche della recente storia taiwanese. Il 28 febbraio 1947, per reprimere le imponenti manifestazioni antigovernative, Chiang Kai-shek fece intervenire l’esercito che aprì il fuoco contro i manifestanti, causando migliaia di morti. L’evento segnò l’inizio del cosiddetto periodo del Terrore Bianco (1947-1987), durante il quale l’isola visse in regime di legge marziale.
Sono gli esecutori di una grammatica modificata a bella posta
per il singolare usano sempre il plurale
l’oggetto diventa soggetto
da giovani presi dal tempo futuro
da vecchi incantati dal tempo passato
inutili le traduzioni
rifiutati i cambiamenti
espressioni fisse
espressioni fisse
espressioni fisse
unico verbo transitivo: reprimere
1989
Mia madre mi ha chiesto di comprare le cipolle verdi.
Superata via Nanjing, via Shanghai
e via Chiang Kai-shek (nomi che ora suonano un po’
strani), ho raggiunto
il mercato Cina
alla obasan del banco di verdure ho detto in taiwanese
“Dammi le cipolle verdi!”
Mi ha dato un mazzo di cipolle che sapevano ancora di fango
tornato a casa, ho sentito i piselli olandesi nel cesto
dire a mia madre in lingua hakka che le cipolle erano arrivate
Al mattino bevo zuppa di miso come fosse latte materno
davo per scontato che miso shiru fosse la mia lingua madre
ogni sera mangio il pan comprato al forno,
non sapevo di mangiare il pane portoghese
metto le uova fritte nel bento, e il bento nella cartella
e dopo ogni lezione mangio di nascosto
il maestro ci insegna musica, il maestro ci insegna il cinese mandarino
il maestro ci insegna a cantare All’attacco, all’attacco, all’attacco della Cina
il maestro ci insegna l’aritmetica:
“Una bandiera nazionale ha tre colori, tre bandiere
quanti colori hanno?”
Il capoclasse risponde nove, il vice dice tre
la cipolla verde nel bento dice unoperché, dice
in terra, al mercato, nella frittata col rafano sotto sale
sono sempre una cipolla verde
una cipolla verde di Taiwan
Ho girato il mondo col bento vuoto che odorava di cipolla verde
il chiasso del mercato mi chiamava dal bento con affetto
ho superato il fiume Brahmaputra, i Monti Bayenkala
ho superato l’altopiano del Pamir
(nomi che non suonano più strani)
ho raggiunto i Monti della Cipolla Verde
ho detto nel cinese di Taiwan: “Voglio delle cipolle verdi!”
Nessuna risposta dai deserti Monti della Cipolla Verde
niente cipolle sui Monti della Cipolla Verde
D’improvviso ho pensato alla mia infanzia
a mia madre sulla porta di casa che aspettava le cipolle verdi
1989
Note : Anche questa composizione racconta la complessità della storia di Taiwan, le tracce profonde che le diverse colonizzazioni straniere e dominazioni hanno lasciato nella cultura e nella lingua dell’isola. Da qui le parole giapponesi e portoghesi, i cenni alle lingue degli isolani aborigeni, alla lingua sinitica hokkien, le espressioni e gli slogan in cinese “mandarino” che costellano il testo (evidenziati in corsivo nella traduzione). I Monti della Cipolla Verde esistono realmente, si trovano in Cina, nella regione del Xinjiang.
Ci sente piangere
ci sente sussurrare
ci sente strappare la carta da parati
cercare ansiosi le voci dei parenti andati
i respiri, il russare, la tosse
da noi mai sentiti
Il muro ha orecchie
il muro è un registratore silenzioso
Gli diamo chiodi
in ricordo di quei cappelli, chiavi, cappotti assenti
gli diamo crepe
per accogliere amori complicati, chiacchiere, scandali
Ci appendiamo orologi
ci appendiamo specchi
ci appendiamo le ombre dei giorni perduti
impronte di labbra di sogni andati a fondo
Gli diamo spessore
gli diamo peso
gli diamo silenzio
Il muro ha orecchie
vive una lunga vita sostenuto dalla nostra fragilità
1990
Ah, mondo
nei nostri cuori, ancora
una sana e legittima lussuria
1992
Ogni giorno, dalle nostre tazze di tè scorre
un fiume d’ombre
le sponde macchiate
da impronte di labbra
che di continuo svaniscono
l’odore del tè riempie la casa e ci chiama al sonno
forse è il tempo che beviamo
forse noi stessi
forse i nostri genitori caduti nelle tazze
Nella posa sul fondo delle tazze
scene dell’anno passato
gelsomini sui monti
petali che s’aprono e cadono
guardiamo il fiume freddarsi e poi bollire
dissolvere nel tepore l’oscurità che scende lenta
Poi seduti beviamo il tè dalle tazze
lucenti come lanterne, seduti
sulla riva alta come sogni
aspettiamo che il tè diventi un fiume
che gli alberi fioriscano e diano frutti
fino a quando, come i nostri genitori, anche noi
ci reincarniamo in un frutto
in una camelia
1992
Su una carta del mondo in scala uno a quaranta milioni
la nostra isola è un bottone giallo spezzato
che pende su una divisa blu
la mia esistenza è un filo trasparente più sottile
di una ragnatela, attraverso la finestra sul mare
cuce stretti insieme isola e oceano
Sul margine di anni solitari, nel solco
tra anno vecchio e nuovo
i pensieri sono come un libro di specchi, gelano
le increspature del tempo
leggendo, scorri le pagine di un confuso
passato, balena luminoso negli specchi
Un altro bottone segreto...
come un registratore invisibile, attaccato al tuo petto
registra e sovraincide i tuoi ricordi
quelli della gente, trasmette
i nastri mixando amore e odio, sogno e verità
dolore e gioia
Ora, ciò che senti è
la voce del mondo
il battito del tuo cuore, dei morti
dei vivi. Se chiami con il cuore
i morti e i vivi ti parleranno
con voce chiara
Ai margini dell’isola, al confinetra sonno e veglia
la mia mano afferra la mia vita come un ago
attraversa il bottone giallo molato e lucidato
dagli isolani, trafigge con forzail cuore della terra dietro la divisa blu
1993
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(我是溫柔的……)
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(我是溫柔的……)
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豟軶圔搹蝁嶭餩蘁鱷扼鍔遏厄鄂俄餓(
而且善良……)
1994Note : Uno dei primi testi sonori concreti di Chen Li è Lezione di ventriloquia, composto con l’aiuto del computer impiegando quasi interamente segni omofoni non omografi, molti dei quali caduti in disuso o privi di significato. Il componimento è in due stanze, la prima costituita da 72 segni tutti di suono ‘u’, e la seconda da 88 tutti letti ‘e’. All’inizio di entrambe le stanze compare lo stesso grafema-parola, ma con due pronunce diverse nelle due stanze: ‘u’ nella prima, con il significato di ‘detestare, aborrire, provare disgusto, odiare’, seguito da suoni omofoni in ‘u’; ed ‘e’ nella seconda stanza con il significato di ‘malvagio, cattivo’, seguito da omofoni in ‘e’. La ripetizione di omofoni in ‘u’ e in ‘e’ nelle due stanze produce l’effetto di qualcosa di ‘disgustoso, ripugnante, negativo’, e un forte contrasto con quanto leggiamo nei tre versi significanti racchiusi tra parentesi (3-6-12) che recitano: “(sono gentile …) […] (sono gentile…) […] (e anche buono…)”. Il fatto che il testo significante sia presentato tra parentesi rafforza l’impressione di ambiguità del componimento e pone ulteriori dubbi sulla sua lettura e interpretazione. Gli strani monosillabi senza senso del ventriloquo evocano qualcosa in netto contrasto con quanto la lingua esprime solitamente, producendo una sensazione di straniamento. Quale delle due forme di espressione è da privilegiare: il puro suono, ossia la voce che proviene dalle profondità del corpo, o il segmento verbale di senso compiuto tra parentesi, espressione del suo pensiero? Chen Li ha spiegato di aver scritto Lezione di ventriloquia come una variazione sul tema de La bella e la bestia. I suoni inarticolati della ‘bestia’ ci chiedono forse di spingerci oltre il senso e la logica delle parole e ascoltare con maggiore attenzione quello che proviene dalle profondità dell’essere..
Leggo sulla sedia
scrivo alla scrivania
dormo sul pavimento
sogno vicino all’armadio
Bevo acqua a primavera
(la tazza è nella credenza in cucina)
bevo acqua in estate
(la tazza è nella credenza in cucina)
bevo acqua in autunno
(la tazza è nella credenza in cucina)
bevo acqua in inverno
(la tazza è nella credenza in cucina)
Apro la finestra e leggo
accendo la lampada e scrivo
chiudo le tende e dormo
mi sveglio nella stanza
Nella stanza i sogni
di sedie e sedie
Nella stanza i sogni
di scrivanie e scrivanie
nella stanza i sogni
di pavimenti e pavimenti
nella stanza i sogni
di armadi e armadi
Nelle canzoni che sento
nelle parole che dico
nell’acqua che bevo
nel silenzio che lascio
1995
1995
Note : É il più noto e commentato esperimento di poesia visuale-sonora di Chen Li, dal forte contenuto antimilitarista. Nel testo in cinese 兵 bing (soldato), 乒 ping e 乓 pong, parole prive di significato che nella forma sembrano dei soldati privi di una gamba o un braccio, sono caratteri quasi-omofoni e quasi-omografi il cui suono ricorda quello di collisioni, esplosioni o colpi di fucile. Il carattere finale 丘 qiu (collina, duna ma anche tumulo) suona come l’esalare di un ultimo respiro.
Breve viaggio su una macchina veloce
Attra
verso
il
frinire
delle
cicale
estive
noi
abbiamo
appena
raggiunto
il mare
le
onde
degli
aceri
neve
notte
scura
1997
Note : È il titolo di un brano per orchestra del compositore americano John Adams (1947), Short ride in a fast machine.
Note di un appassionato di farfallens
Quella ragazza mi viene incontro
come una farfalla. Decisa
siede al primo banco davanti alla cattedra
tra i capelli una forcina dai colori
vivaci, una farfalla su una farfalla
Per vent’anni in questa scuola media
sulla costa, quante farfalle
ho visto, in forma umana, in forma di farfalla
volare in classe
portando giovinezza e sogni?
Oh, Lolita
Quel mattino d’autunno prima della mezza
il sole era caldo, una farfalla di un giallo brillante
entrò dalla finestra, volteggiando
fra il maestro distratto e la tredicenne
attenta alla lezione
Lei si alzò di scatto, per sfuggire
a quel colore e profilo di forbice che palpitava
scintillante, una farfalla spaventata
da una farfalla: ah, lei spaventata
dalla farfalla, io turbato dalla sua bellezza2001
Note : Un omaggio a Nabokov. La poesia ha la forma di una o più farfalle. Il verso centrale, ‘Oh Lolita!’, è il cardine.
Ho messo un pezzetto di lingua nel suo astuccio delle matite. Così ogni volta che lei lo aprirà per scrivere a un nuovo innamorato, sentirà il mio balbettio, simile a una riga di scarabocchi, che frusciano tra una virgola e l’altra seguendo la sua matita appena temperata. Lei si è fermata. Non sa che quella è la mia voce, credeva che non avendole più parlato dall’ultimo incontro, sarei rimasto in silenzio per sempre. Poi ha scritto un’altra riga, si è accorta di aver scritto male la parola amore 愛 composta da così tanti segni. Ha preso la mia lingua scambiandola per una gomma da cancellare, l’ha strofinata forte sulla carta, dov’era la parola amore è rimasta una macchia di sangue.
2002
La montagna è lenta
il vento è lento
la ginnastica dolce delle nuvole è lenta
il picchio batte lento
il pane cade lento dall’albero del pane
il mare risucchia veloce fazzoletti di carta
Il treno è lento
il giornale è lento
il rapinatore di banca estrae lento la pistola
il cambio al potere dei partito è lento
il grande magazzino apre lento
la notizia che zia Aqing fa il bagno con la finestra aperta circola veloce
Il pomeriggio è lento
.
la luce è lenta
il filosofo mangia lento il dolce di soia
il segnale di connessione della neve è lento
la scadenza per assaporare i sogni arriva lenta
tutta la gioia è riciclata in fretta2008
Con onde, con onde, col mare
con flutti, con fiotti brillanti scintillanti
mare grosso mare scuro, oltre il parco oltre il mare
schiuma d’onde, bianche onde, monti e monti e terra ferma
guardo e riguardo, lo sguardo lontano lontano
col respiro, col sorriso, con le onde, col sorriso delle onde
con lacrime di mare e gioia, col mare che dice
cielo sereno e onde…2014
Note : Una “composizione impressionista” di Chen Li, impressionismo non solo sonoro (per il ricorrere di allitterazioni e assonanze, rime interne, echi e ripetizioni), ma anche semantico (per le possibilità di doppia lettura delle parole, in cinese, hokkien o in lingua aborigena). Yilang (以浪), ad esempio, tradotta come “con le onde” è un calco fonetico di Widang, che in lingua Amis (parlata nella zona di Hualien) significa “amico”. O, ancora, bailang (白浪) e haolang (好浪) pronunciati in lingua hokkien significano “brava persona” e “cattiva persona”. Il soggetto e il trattamento del testo ci riportano, ancora una volta, all’impressionismo musicale di Debussy e al suo Il mare, tre schizzi sinfonici (1903-1905). Il testo è stato musicato in collaborazione col gruppo musicale Amis Outlet Drift.
I
1
Lui lava il suo telecomando
con i raggi di luna che filtrano
tra due palazzi
6Un rapido glissando discendente:
qualcuno appoggia una scala
alla finestra della mia infanzia
7
Alle farfalle ferme sulle impalcature
dei cantieri, cosa posso dire?
se non ah, ah…
13
Pisciare nei campi in un inverno freddo:
fiotto di stelle tremanti, nel buio
zampilla una cascata incandescente
16
C’è qualcuno nel vento d’autunno…
voglio dire, c’è qualcuno nel vento d’autunno che guarda e dice
c’è qualcuno nel vento d’autunno
18
Nell’inverno solitario un grande
evento: un grumo di cerume
cade sulla scrivania
21
Lacrime come perle, no, lacrime come
monete d’argento, no, lacrime come
bottoni allentati da ricucire
26
Dalla tazza bevo il tè che mi hai versato
dalla tazza bevo il brivido di primavera che scende
dalle tue dita
50
Faccia di mela: ah, ragazza
sul tuo melo vorrei essere
un picchio che becca insetti mangiatempo
52
Il cielo fa i gargarismi con l’oceano, sputa fuori le nuvole
del giorno; la notte fa i gargarismi con le stelle
sputa fuori le lucciole davanti alla tua porta
56
Luccica sul tuo collo
il filo del mio sguardo
una collana
76
Sandali per tutte le stagioni: non vedi…
sulla polvere della lavagna
i versi liberi che scrivono i miei piedi?
86
Sono un uomo
nel buio universo
sono un accendino usa e getta
87I melograni, nella pioggia
verdeggiano umidi
sembrano voler dire qualcosa
97
Racconti di oggetti matrimoniali: un armadio di solitudine più
un armadio di solitudine uguale
un armadio di solitudine
1993
Note : Chen Li è autore di due raccolte di haiku, Microcosmi I e Microcosmi II (1993 e 2006), ognuna composta di cento haiku. Il titolo è ripreso dai Mikrokosmos del compositore ungherese Béla Bartók (1895-1945). Nel 2012 Chen Li ha pubblicato Nuovi Microcosmi – 66 haiku, la cui numerazione suggerisce collegamenti con e rimandi ad haiku della prima e seconda raccolta (Chen III, 2016). Gli haiku qui tradotti provengono da tutte e tre le raccolte. Per la traduzione dei primi due volumi in italiano si veda: Chen Li, Microcosmi – Haiku moderni, (a cura di Rosa Lombardi), Elliot, 2022.
*
17
Due libri per cuscino, nella notte umida
steso a terra, gambe piegate ginocchia che dondolano
cerco la parola giusta, è il primo haiku dell’estate
19Non sono bravo come un vecchio giardiniere: delimito
il terreno, con la penna vango e zappo
nuove specie di fiori del male
21
Fuori a colazione con mia madre di settant’anni
il suo sorriso a diciassette anni
nell’insalata bagnata dai raggi del sole
26
La luna come un dolce di mango:
generosa sparge scintille di briciole
sugli amanti distanti perché mangino insieme
31
La vita è una tazza di tè:
nella casa da tè oppure
in cammino per la casa da tè
52
Amore, o ahi l’amore?
io dico amore, tu ahi amore; io dico
ahi ahi ahi, tu dici ahi ahi amore
54
Gioie d’amore: sulla metro, al cellulare
dico sono arrivato; pene d’amore:
al tuo telefono parte la segreteria
60
Lascia che Basho scriva i suoi haiku, percorra la sua
stretta via per il profondo nord: il mio Basho sceglie
di scrivere della tua stretta via per il profondo nord31
63
Il mignolo è ferito, non posso metterlo nel naso
stasera le stelle luminose sono come caccole che
appiccicate alle narici buie, non vogliono cadere
69
Cosa è più grande: l’universo? l’imperatore? Dio?
la morte? la coppa G del reggiseno? mangiare? …
Vado prima a cacare
72Gli Dei sono assenti, perciò gli uomini inventano miti
la morte è più grande della vita, perciò abbiamo tante storie di fantasmiti prego dimmi qualcosa di umano… “fanculo!”
76
Canzoni che mia madre mi ha insegnato, parole scritte
con il mascara dei sogni e della notte, le canto
alle sorelle fiore, le canto a mia figlia perché scriva una canzone nuova
97
Metafore contorte, etica
immorale: generoso
amore per la poesia
99Scaviamo sempre più nella forma della poesia, mentre il mondo
sembra una Torre di Babele che si alza sempre più caotica
fondata sulla finzione, noi sorreggiamo un libro pendente
100Ridurrò la forma delle mie poesie, sarà
più piccola di un disco, più grande del mondo: un
microcosmo copiabile e riscrivibile
2006
〔ECHI〕
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Daniele Piccini
(Corriere della Sera• la Lettura,2022 /12/18)
Tic, tic: isola e lingua nuove per l'haiku: Il taiwanese Chen Li reinventa la forma classica della lirica giapponese
Renzo Paris
Chen Li, il Baudelaire cinese: “Cos’è più grande: l’universo? Dio?La coppa G del reggiseno?…” (il Fatto Quotidiano,2022/12/13)